A Zacinto - Parafrasi. Non toccherò più le tue rive sacre. dove si adagiò il mio corpo di bambino, o mia Zacinto, che ti specchi nelle onde. del mare greco da cui nacque la vergine. Venere, ed ella rese quelle isole fertili. con il suo primo sorriso, così che descrisse. le tue limpide nubi e la tua vegetazione.. Né più mai toccherò le sacre sponde. Ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde. Del greco mar da cui vergine nacque. Venere, e fea quelle isole feconde. Col suo primo sorriso, onde non tacque. Le tue limpide nubi e le tue fronde. L'inclito verso di colui che l'acque. Cantò fatali, ed il diverso esiglio.

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Il sonetto A Zacinto venne composto a Milano tra il 1802 e il 1803 ed è dedicato a Zacinto (adesso chiamata Zante), l'isola greca delle ionie dove Foscolo nacque. TESTO. PARAFRASI. [1] Né più mai toccherò le sacre sponde. ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde del greco mar da cui vergine nacque.. Ecco ora i versi del sonetto, apparsi la prima volta nel 1803: Né più mai toccherò le sacre sponde. ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde. del greco mar, da cui vergine nacque. Venere, e fea quelle isole feconde.